Lunedì 8 gennaio si parte con la prima trasmissione del 2018.
Anno nuovo, ospite nuovo.
Per la prima volta, ai nostri microfoni, Tony Cioli Puviani, professione: trader indipendente.
Conosceremo Tony e i suoi metodi per approcciarsi ai mercati ma, quello che più ci interessa, è scoprire quali spunti possa dare agli investitori per il 2018.
Alcune domande che abbiamo estratto dall’intervista fatta a Tony Cioli Puviani
L’euro dollaro sarà il trend principale per il 2018, visto che l’anno scorso è stato un anno comunque con un buon movimento? Sarà questo che poi condizionerà le scelte e gli sviluppi per il 2018?
L’euro-dollaro è importantissimo nei mercati finanziari perché è il contratto che, per controvalore, anche se poi siamo nel forex per cui è un po’ più difficile quantificarlo, che ha più importanza. perché nei quattro angoli del globo è osservato dappertutto, dalla Nuova Zelanda all’Italia agli Stati Uniti d’America all’India alla Cina al Sud America, conseguentemente anche un cambio efficiente è propulsore di movimenti anche sui listini.
L’anno scorso abbiamo avuto una grande rivalutazione dell’euro proprio perché i mercati, in maniera efficiente, cercano di anticipare quella che sarà l’evoluzione dei mercati.
Siccome il gioco che gli operatori fanno essenzialmente è quello dell’anticipare i propri colleghi e ancora quelli più bravi cercano di anticipare quelli che anticipano – perché poi è così è che ricordiamo John Maynard Keynes, nella sua famosa teoria generale dove, nel capitolo delle aspettative, parla del premio di bellezza del concorso di bellezza dove il premio che viene dato a chi si aggiudicherà a chi capirà chi vince tra le sei donne belle sarà attribuito non a colui che identifica in maniera soggettiva la più bella, ma a colui che è capace di capire la media e di quello che faranno anche i suoi gli elettori del concorso di bellezza – per cui qui è lo stesso discorso, c’è stato l’anticipo dell’anticipo dell’anticipo e il mercato ha scontato quello che inevitabilmente nel 2019 dovrà essere fatto, ovvero un processo di quasi normalizzazione dei tassi interesse che, secondo me, sarà molto lento ma, in ogni caso, i mercati hanno portato da 1.04 a 1.20 l’euro e questo è stato il motivo, secondo me da quello che leggo per i vari principi fondamentali, il principio della tripla P per cui purchasing parity power il processo di parità degli acquisti dal punto di vista fondamentale l’euro può darsi che abbia ancora qualche figura da recuperare ma, sostanzialmente, questo processo di rivalutazione c’è stato è stato importante però non ha inciso sulle borse anzi, le borse hanno continuato, hanno fatto mediamente tra il 13 e il 14 %, il 14% l’Italia, il Dax un po’ meno, ma ha sempre fatto molto, malgrado il livello di competitività dei prezzi europei dal punto di vista di un americano sia stato molto ma molto differente.
Per cui quello che è sempre importante capire è che un americano che ha investito sul Dax o anche sul nostro FtseMib, pur avendo gli indici italiani e tedeschi o europei in genere performato leggermente meno degli indici americani, ha guadagnato più del triplo rispetto all’italiano che ha investito in america.
Quanti promotori finanziari conosciamo che mi guardano desolato sì dico quest’anno non sono andato benissimo perché ho puntato sullo Standard & Poor’s sul Nasdaq o sui titoli americani e dico: ma come, qui se non si fa altro che parlare di record storici e certo è vero però il cambio mi ha portato via due terzi o tre quarti della performance per cui dal punto di vista competitivo ricordiamoci che l’europa ha fatto tantissimo, malgrado il cambio. Come sarà l’evoluzione nel 2018 io me l’attendo, per dare dei numeri, leggermente favorevole ancora per l’euro ma non più di tanto. Non più di tanto perché anche la Federal Reserve avrà il pallino in mano come sempre secondo me e cercherà di agire, ovviamente, in funzione di mantenere debole il dollaro ma credo che gli obiettivi di 1.23, 1.24 siano alla portata di mano poi dopo non convenga più a nessuno esagerare su questo cambio qui.
Qualche bastonata sulla borsa italiana, può venire con le elezioni?
Secondo te le elezioni di marzo potrebbero influire sulla nostra borsa oppure, in un discorso ormai un po’ più globalizzato dove tutti seguono tutti, non c’è più questa grossa incidenza?
Io ho idee abbastanza originali perché per me influiscono, e la storia degli ultimi tre anni ci dice questo.
Possono influire, ma solo ex ante e prima della data invece dopo la borsa fa come gli pare, nel senso che abbiamo già visto quello che è successo con Trump perché la gente ha la memoria corta ma per tutta l’estate o primavera estate fino a novembre del parlare di Trump, solo parlare di lui che nei sondaggi avanzava dal 22 % di probabilità al 23 , la borsa l’S&P le uniche discese e anche l’Europa le aveva solo per quel motivo lì, cioè Trump sembrava il disastro delle borse e cosa è successo? E’ successo che io mi ricordo una sera ero, e questo me lo ricorderò sempre, ero short di Dax in overnight avevo dei titoli europei in overnight e ci fu il primo dibattito televisivo Trump contro la Clinton. La Clinton vinse il dibattito televisivo. Solo questo fatto che la Clinton era nettamente avvantaggiata nei sondaggi, fece aprire, fece fare 20 punti di balzo allo Standard & Poor e, di conseguenza, aprì 80-90 punti sopra in overnight solo perché nell’episodio notturno della televisione la Clinton era andata bene. Ricordiamoci questi fatti che sono oggettivi riscontri, per cui diciamo che, prima delle elezioni, ci possono essere dei movimenti conseguenti alle alleanze, alle dichiarazioni ecc… poi, dopo, come ci ha insegnato anche il referendum di Renzi sulla Costituzione, poi dopo ognuno va, le borse vanno per i suoi.. addirittura, paradossalmente, enfatizzano i movimenti contrari a quello che poi erano le premesse.
La stessa Brexit ha dimostrato che quel disastro, paventato il primo giorno dopo le elezioni, sia stato recuperato.
In italia ci abbiamo messo qualche giorno di più ma, completamente, nel giro di poche battute, in tutti i mercati.
Per cui, prima ci può essere la possibilità di qualche influenza per cui io consiglio, così vediamo direttamente di sfruttare, eventualmente, siccome sono molto positivo sull’Italia, di sfruttare eventuali draw-down proprio per, dal punto di vista logico, di una logica di investimento, di cercare di fare qualche giardinetto ma sul coltello che cade pre elezioni dopo le elezioni i mercati riprenderanno,ignoreranno risultato probabilmente riprenderanno a fare quello che avrebbero dovuto fare.
La puntata vola, però non posso non fare anche una domandina sul gold, sul benedetto oro, tu come come ti approcci al mercato dell’oro?
Ecco, io o andrei sempre long oppure non lo shorterei mai. L’oro rimane un parafulmine; rimane, secondo me, l’oggetto bene rifugio per eccellenza. Storicamente ha sempre avuto questa funzione è in una situazione di logiche di politica monetaria molto forti e come risultati definitivi non chiamarle sperimentali forse adesso è eccessivo, però, come nel lungo periodo, ancora sperimentali perché il quantitativo immesso di liquidità nel mondo tra Giappone, Europa, Stati Uniti, Inghilterra, la Banca d’Inghilterra stessa, Banca Svizzera, tutte le Banche Centrali, Canada eccetera, è enorme.
L’oro può sempre rappresentare, siccome lo sappiamo ed è inutile enunciare le sue caratteristiche, un’alternativa obbligatoria nei portafogli più importanti, come diversificazione oggetto di rischio. Questa è la mia idea, per cui non ha limiti l’oro, come apprezzamento nei casi in cui queste politiche monetarie portassero a dei risultati eccessivi e intendo iper inflazione oppure mancanza di credibilità dei debiti sovrani perché poi il concetto è che queste qui hanno di fatto addormentato il rischio sui debiti sovrani e qualche paese, non dico l’Italia ma come l’Italia. Perchè l’Italia parte col debito pubblico. Ma mi riferisco in particolare agli Stati Uniti, potrebbe ri-esagerare mi sembra che lo stia già facendo col debito pubblico se dovesse mancare dal punto di internazionale, la credibilità degli operatori sulla sostenibilità dei debiti pubblici, adesso non considerata, visto che i tassi dei bond sono relativamente modesti, ecco, a questo punto, l’oro sarebbe sempre un’alternativa validissima contro inflazioni che potrebbero, magari, servire per pagare i debiti pubblici o altre cose.
Per cui secondo me gli investitori terranno sempre l’oro nel mirino, sempre, e gli acquisti andrebbero fatti nei draw-down ovvero abbiamo visto come a fine novembre dicembre l’oro addirittura mi sembra sia andato a 1.240 1.245.
In queste situazioni l’oro viene sempre a galla.
Adesso, comprarlo anche oggi, sicuramente può portare a dei rendimenti; però è un qualche cosa da annotarsi e quando c’è un periodo di appannamento uno dovrebbe comprarlo controtrend nelle discese, ma anche comprare adesso non è magari detto che sia sbagliato.
Per quanto riguarda le azioni italiane, come ti muoveresti?
Sulle azioni io rimarrei . Mi sembra di aver capito che hai parlato di azioni anche italiane…
Sulle azioni,io non ho paura a espormi, come forse te ne sei accorto, senza tante mezze parole.
Sulle azioni rimangono sempre validi come il discorso sull’oro, nel senso che anche l’italia, tendenzialmente, dovrebbe, salvo situazioni nuove magari post elettorali di conflittualità tra forze che magari non riescono a mettersi d’accordo per governare o situazioni particolari nuove, dovrebbe sempre apprezzarsi e, quello che consiglio sempre di comprare, sono le azioni che hanno i maggiori dividendi. Perché è quello che poi muove si sta vedendo sicuramente l’Enel.. rappresenta un titolo tranquillo e sempre pronto a rivalutarsi in ogni situazione di mercato positivo anche se, adesso, è un po’ caro.
L’Eni che sta uscendo dalla crisi del petrolio, perchè il petrolio sembra stabilizzarsi su questi livelli qui. L’eni stesso discorso per il dividendo. Va bene anche Generali e Snam.
E per la Fiat, purtroppo è scappata via..la consigliavo spesso però adesso a 18 euro è un prezzo eccessivo.
Rimane anche nei bancari Intesa San Paolo perché è sempre capace di generare dividendo 18,20 centesimi che è un 5 % abbondante rispetto al suo valore di mercato ed è una banca che ormai storicamente ha dimostrato di essere ben guidata è di essere sempre pronta a ritornare in cima quando il mercato ce lo consente.