Lo abbiamo scritto più volte, e infatti per l’ennesima volta riparliamo delle decisioni che provengono da oltre oceano sulla questione dell’ipotesi di un rialzo dei tassi negli USA.
All’interno della Fed sono sempre più spaccati i consiglieri sulle scelte da attuare.
Fomc spaccato, rialzo vicino – Saxo Bank Newsletter
Sono stati resi noti ieri i verbali dell’ultima riunione di settembre del Fomc. Dal contenuto si evince la spaccatura all’interno del consiglio di politica monetaria della Fed tra i falchi e le colombe. I primi temono che un ritardo possa causare un periodo di recessione nell’economia statunitense mentre per i secondi i risultati di inflazione e mercato del lavoro non sono ancora sufficienti per normalizzare la politica monetaria. Nonostante questo il rialzo dei tassi potrebbe avvenire “relativamente presto” e, dal contenuto del verbale, la data più probabile sembra essere quella di dicembre. Il secondo innalzamento dei tassi potrebbe quindi avvenire ad un anno di distanza dal precedente visto anche che la data di novembre è praticamente esclusa vista la vicinanza con le elezioni presidenziali.
Preoccupano i dati in arrivo dalla Cina. L’export cala del 10% nella rilevazione di settembre ed è in rosso per il sesto mese consecutivo. Sono state bruciate anche le attese degli analisti che prevedevano un -3%. Anche le importazioni crollano dell’1,9% contro le attese di un +1%. Il risultato della bilancia commerciale si ferma a 41,99 miliardi di dollari contro i 52,05 miliardi del mese precedente. L’IPC tedesco è stato, invece, pubblicato in linea al +0,7% su base annuale.
Il calendario economico di oggi vede i dati più interessanti provenire da oltreoceano con, in uscita, le richieste iniziali di disoccupazione, l’indice dei prezzi all’importazione e all’esportazione, le scorte di petrolio greggio e il bilancio del budget federale.