Nella giornata di martedì 19, vi sono state importanti dichiarazioni da parte del governatore della Bank of England, Mark Carney. Il numero uno della BoE ha indicato che la decisione sull’aumento dei tassi di interesse è ancora piuttosto lontana. Nel primo discorso dell’anno inoltre ha sottolineato come permangono rischi economici globali e sono presenti fattori che pesano sulla crescita dell’inflazione, come il continuo calo del prezzo del petrolio. “Adesso non è ancora il momento di alzare i tassi di interesse”, le chiare parole di Carney nel discorso tenuto presso la Queen Mary University di Londra, precisando inoltre che a livello globale “la crescita è ancora debole e quella del Regno Unito ha subito un rallentamento”. Inoltre a causa del crollo del prezzo del petrolio, “l’inflazione è scesa ulteriormente e probabilmente rimarrà molto bassa a lungo”. Le ultime dichiarazioni riguardano la normalizzazione della politica monetaria della BoE, che per Carney al momento non rappresenta la priorità. In quanto “le aspettative riguardo il percorso del tasso di interesse reale che rappresenti l’incontro tra domanda e offerta, si riprenderà solo gradualmente e in misura limitata rispetto al periodo pre-crisi”.
La sterlina inglese
a seguito della dichiarazioni di Carney ha perso subito terreno, prospettando un tasso di interesse fermo allo 0,5% ancora per un lungo periodo.GBPUSD è scivolato ai livelli della crisi finanziaria, toccando quota 1,4140, minimi da marzo 2009. EURGBP sale invece fino a quota 0,7720, ritrovando i livelli di gennaio 2015. La sterlina risulta debole anche contro lo yen giapponese, con il cross GBPJPY che tocca quota 164,75, minimo da febbraio 2014.
la stagione delle trimestrali
È iniziata inoltre la stagione delle trimestrali, dove arrivano buone notizie dalle banche statunitensi Morgan Stanley (MS:xnys) e Bank of America (BAC:xnys). La prima ha annunciato di aver chiuso il quarto trimestre 2015 con un utile di 908 milioni di dollari, in netto miglioramento rispetto ai -1,6 miliardi di un anno fa. L’EPS adjusted, calcolato cioè al netto delle componenti straordinarie, si è attestato a 43 centesimi di dollaro, 10 in più rispetto alle stime. La seconda invece ha chiuso il trimestre con un utile netto di 3,01 miliardi di dollari, che significa EPS a 28 centesimi per azione, contro i 2,74 miliardi e 25 centesimi per azione, dello stesso periodo nell’anno precedente.